Negli ultimi anni, sigle come FAANG o Magnificent 7 sono diventate sinonimo dei grandi protagonisti della tecnologia e della Borsa. Ma dietro queste lettere non si nascondono formule misteriose: sono semplici modi per raccontare, in poche parole, quali aziende stanno guidando l’economia globale in un determinato momento.

È una tendenza che non nasce oggi — da decenni, il mercato ama creare etichette per identificare i suoi “campioni”, quei nomi che incarnano lo spirito e la crescita di un’epoca.

Le origini: i Nifty Fifty

Negli anni ’60 e ’70, negli Stati Uniti, nacquero i cosiddetti Nifty Fifty: una cinquantina di titoli considerati “da comprare e tenere per sempre” (one decision stocks). Aziende come Coca-Cola, IBM, McDonald’s o Johnson & Johnson rappresentavano allora l’idea di crescita costante, solide performance e innovazione industriale.
Per qualche anno furono l’emblema di una Borsa trainata da pochi grandi nomi. Poi, la crisi e l’inflazione degli anni ’70 ridimensionarono questa narrazione, ricordando agli investitori che nessun gruppo guida resta eterno.

L’era digitale e i FAANG

Dopo la crisi del 2008, il ruolo di “campioni di mercato” passò alle piattaforme digitali. Nacque così l’acronimo FAANG (Facebook, Apple, Amazon, Netflix, Google), che ha dominato la narrativa finanziaria per un decennio. Erano i titoli che meglio rappresentavano l’esplosione di internet, l’e-commerce e lo streaming, catalizzando sia l’attenzione degli investitori retail che quella degli istituzionali.

Dalla rivoluzione digitale all’intelligenza artificiale

Negli ultimi anni, i riflettori si sono spostati verso un gruppo ancora più selezionato: i Magnificent 7 (Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Meta, Nvidia e Tesla).

Queste aziende hanno trainato la crescita dell’S&P 500, grazie soprattutto alle innovazioni tecnologiche. Tuttavia, le dinamiche cambiano rapidamente:

  • Nvidia, Microsoft, Meta e Alphabet restano centrali per il ruolo nell’intelligenza artificiale (GPU, cloud, social e modelli linguistici);
  • Apple mostra invece un rallentamento e una mancanza di posizionamento chiaro nell’AI;
  • Tesla affronta una concorrenza crescente nel mercato dei veicoli elettrici.

Ecco perché diversi analisti iniziano a proporre nuove configurazioni:

  • I Fab Four (Nvidia, Microsoft, Meta, Amazon), per concentrarsi sui veri protagonisti della rivoluzione AI;
  • L’Elite 8, che aggiunge Broadcom ai sette originari;
  • Il Magnificent 10 del Cboe, che include anche AMD e Palantir.

Non solo America: i GRANOLAS

Anche in Europa si è cercato di individuare un gruppo di aziende in grado di rappresentare la forza economica del continente. Nel 2020, gli analisti di Goldman Sachs hanno coniato l’acronimo GRANOLAS, formato dalle iniziali di GSK, Roche, ASML, Nestlé, Novartis, Novo Nordisk, L’Oréal, LVMH, AstraZeneca, SAP e Sanofi.

Si tratta di società appartenenti a settori diversi – dalla farmaceutica al lusso, dalla tecnologia ai beni di consumo – ma accomunate da grandi dimensioni, solidità finanziaria e presenza globale.

I GRANOLAS offrono una fotografia delle multinazionali europee più rappresentative, spesso considerate il pilastro degli indici del Vecchio Continente e un punto di continuità in un mercato sempre più dominato dai colossi tecnologici statunitensi.

Una storia che si ripete

L’insegnamento è chiaro: le leadership di mercato non sono immutabili.

  • I Nifty Fifty furono i simboli della crescita industriale degli anni ’60-’70;
  • I FAANG hanno incarnato l’ascesa della rivoluzione digitale;
  • I Magnificent 7 rappresentano la transizione verso l’era dell’intelligenza artificiale.

Ma così come i FAANG hanno perso centralità senza scomparire, anche i Magnificent 7 potrebbero presto lasciare spazio a nuove sigle, forse i “Great Eight”, i “Golden Dozen” o i “TenAI of GenAI”.